Spaghetti Blog



Lo faccio all'italiana

sabato 27 dicembre 2008

"Era magnifico: stavamo rivendendo alle donne ricche i loro culi ciccioni"



Da liposuzione carburante per auto

Usa, medico finisce sotto inchiesta
"E' tutto grasso che cola", deve aver pensato. E così un medico di Los Angeles specializzato in liposuzione ha usato il grasso prelevato dai pazienti come carburante per la sua auto e per quella della fidanzata. Nonostante il consenso dei pazienti, però, il medico è finito nei guai: in California è infatti illegale usare residui umani per la produzione di carburante, e così sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta.
Il dottor Craig Alan Bittner, proprietario dello studio medico "Beverly Hills Liposculture", ha spiegato di avere trovato un consenso entusiasta tra i suoi pazienti alla richiesta di usare il grasso prelevato dai loro corpi con "fini ambientali": "La grande maggioranza dei mie pazienti - ha scritto sul suo sito web - ha acconsentito che il loro grasso fosse usato come carburante. Il fatto di usare i loro eccessi corporei per salvare la Terra suscitava sempre grande entusiasmo".Cinque litri di grasso umano, a quanto pare, producono infatti una quantità quasi equivalente di bio-carburante, una volta estratti i trigliceridi che vengono trasformati in diesel. Si tratta di una strada esplorata anche da alcune compagnie che producono pollame.Bittner, però, oltre ai guai per l'illegalità del procedimento, è stato denunciato anche da tre pazienti per aver usato come assistenti in sala operatoria personale non qualificato (compresa la sua fidanzata). Alcuni interventi, inoltre, sarebbero terminati in modo disastroso per il prelievo di una quantità eccessiva di grasso durante la proceduta di liposuzione.L'indagine è però resa difficile dal fatto che il medico ha chiuso il mese scorso il suo controverso studio per trasferirsi in Sud America per "fare del volontariato in una clinica per bisognosi". I legali della sue vittime, invece, affermano che il medico è fuggito per sottrarsi alla scomoda inchiesta avviata sulle sue attività.

sabato 13 dicembre 2008

Primo raccontino di fantascienza


Loro

- Ecco signore, il rapporto sul pianeta B-529, tra quelli che la federazione ha scelto come prossimi contatti
- Bene, vedo che è l’unico abitato del suo sistema stellare, quindi non ha avuto ancora contatti extraplanetari..
- Pare di no, anche se nelle ultime 50 orbitazioni stellari loro ne sono andati sempre più alla ricerca, sembrano pronti al contatto.
- Utilizzano e gestiscono l’energia nucleare con facilità e sono a buon punto negli studi sull’antimateria, ma… che diavolo… e questi dati qui sotto?
- Sono i pareri contrari del consiglio federale, in questo caso un numero ben nutrito!
- Hanno effettuato esplosioni atomiche sul loro pianeta, e non solo a scopo sperimentale ma anche come strumento bellico!
- Dice sul serio?
- Producono energia elettrica con la combustione dei liquidi geologici, però la loro stella è una nana gialla: ne fornisce loro più del necessario, ma sembrano ignorarlo quasi completamente!Maledizione, hanno almeno dato un nome alla loro stella?
- Sissignore, loro la chiamano…
- Così facendo riscaldano il loro pianeta all’inverosimile! A dir la verità, roba da matti, dalla loro comparsa B-529 ha perso risorse in maniera esponenziale, distruggono flora e fauna a tal punto che sembrano inconsapevoli delle conseguenze. E non è tutto, ad oggi il pianeta può sostenere il doppio della popolazione, ma le risorse sono per la maggior parte consumate solo da un terzo degli abitanti. Cazzo, questi sono un cancro!
- Ma signore, il loro livello tecnologico è accettabile, nello standard, tra poche decine di orbitazioni stellari intraprenderanno viaggi interstellari…
- E’ proprio questo che mi preoccupa, un cancro va bloccato ed eliminato. Certo, si stanno estinguendo da soli, ma dobbiamo evitare che distruggano altre specie in grado di raggiungere lo standard.
- Quelli che loro chiamano “Delfini” hanno buone possibilità signore, ma per colpa del loro operato fin ora sono rimasti confinati nelle abbondanti distese di H2o ad uno stato arretrato di civiltà.
- Leggi qui: fu la federazione stessa a favorire lo sviluppo del loro ramo evolutivo, con un meteorite che estinse altre specie considerate “senza possibilità di civilizzazione”. Fu un grave errore al quale dobbiamo porre rimedio, la loro specie va debellata da B-529 negli interessi della federazione, e seguiamo più attentamente questi… com’è che li chiamano?
- Delfini, signore.
- Si, quelli, credo che in qualche migliaio di orbitazioni stellari possano raggiungere un buon livello, forse addirittura lo standard.
- Allora procedo subito con l’ordine di estinzione, signore.
M. M. G.

Ispirato da: La sentinella

mercoledì 10 dicembre 2008

'Iglorious Morricone'

Mi sento male...

Roma, 8 nov. (Adnkronos) -

Gli ha aveva risposto 'no, grazie' per 'Pulp Fiction' ("mi aveva chiesto solo due minuti di musica, ho preferito fare altro"), poi il regista lo aveva omaggiato utilizzando diverse sue composizioni in 'Kill Bill' ma ora Ennio Morricone, che lunedì compie 80 anni, ha deciso di accettare l'ultima proposta arrivatagli da Quentin Tarantino: comporre la colonna sonora originale di 'Iglorious Basterds', il film sulla storia di un gruppo di soldati ebrei americani, i basterds del titolo, che compiono una missione quasi suicida contro i nazisti nella Francia occupata. Un film che Tarantino vorrebbe portare a Cannes il prossimo anno e che vede nel cast Brad Pitt, nel ruolo di uno dei nemici di Hitler, il tenente Aldo Raine, e l'attore tedesco Martin Wuttke nei panni del Fuhrer. "Questa volta ho accettato la proposta di Tarantino. Ho sempre rifiutato molti film, perché lavoro solo per registi che stimo e che mi stimano. E ora, a 80 anni, ne rifiuto ancora di più perché voglio lavorare sereno", dice all'AdnKronos il compositore Premio Oscar, che ha firmato più di 400 colonne sonore nella sua carriera ultracinquantennale, ricevendo cinque nomination agli Oscar e un'infinità di altri premi. Morricone ha regalato alla storia della musica per il cinema pagine indimenticabili, come 'C'era una volta in America', ultimo frutto del sodalizio artistico con Sergio Leone, ma anche 'Gli intoccabili' di Brian De Palma, 'Novecento' di Bernardo Bertolucci, 'Malena' e 'La sconosciuta' di Giuseppe Tornatore, solo per citarne alcuni...


domenica 23 novembre 2008

La bella canzone di una volta



Elio e le storie tese non si smentiscono mai in originalità e genialità, come in questo video di quasi dieci anni fa (come corre il tempo), forse il più bello di sempre della band italiana, spesso bistrattata dal grande pubblico a causa dei loro testi apparentemente demenziali o non-sense ma sempre osannata dalla critica e soprattutto da tutti quelli che di musica un pò ci capiscono..

sabato 8 novembre 2008

Non c'è peggior sordo...

www.santofacella.it

Il mondo di una malattia, un difetto fisico, ma che per fortuna si è riuscito ad integrare nella vita dei cosiddetti “normali” come se fosse caratteristico di un affascinante popolo esotico.
Questo a volte sembrano i sordi: con il loro particolare linguaggio basato sui gesti e (cosa ancora più avvincente) le espressioni del viso, hanno un modo di comunicare più colorato di qualsiasi dialetto o idioma pur rimanendo naturalmente completamente silenzioso.
Il fascino sta nella loro reale normalità all’interno del mondo comune, come se ne fossero una realtà interna ma allo stesso tempo parallela ed estremamente dignitosa… per questo non chiamateli mai “non-udenti”.



sabato 4 ottobre 2008

Florestano Vancini, 18 Settembre


E' andato via un altro grande regista italiano, lo voglio ricordare come artista attraverso le sue due opere che ho maggiormente apprezzato:



I Lunghi Giorni Della Vendetta (1967)

Il Delitto Matteotti (1973)

lunedì 22 settembre 2008

Il sogno di sempre


Anni di torpore anni di appiattimento
una generazione senza sentimento
non ci sono slanci non c'è più tensione
per il combattimento non c'è più una ragione.

Il cancro consumista le menti ha devastato
giovani senz'ossa il solo risultato
giovani perduti quanti anni buttati
signori del sistema non ci avete piegati.

Riaffiorano i ricordi degli anni di passione
ritorna il vecchio sogno per la rivoluzione.

La rivoluzione è come il vento! La rivoluzione è come il vento.

Racconti senza fine di gente che ha pagato
non puoi mollare adesso la lotta a questo stato.

La rivoluzione è come il vento! La rivoluzione è come il vento.

Scontri nelle piazze con spranghe nella mano
i rivoluzionari non son caduti invano.
Fuoco della rivolta sta bruciando ancora
dell'insurrezione risorgerà l'aurora

Tirannide borghese
ancora poco tempo
la rivoluzione scoppia in ogni momento.

La rivoluzione è come il vento! La rivoluzione è come il vento.

Intolleranza - 1987

lunedì 15 settembre 2008

E' arrivata

Sognando di magari averne una, prima o poi, in garage... mi guardo lo spot:


lunedì 8 settembre 2008

La migliore fiat di sempre..



giovedì 4 settembre 2008

un pò di filosofia ed internazional-Politica

ma con la P maiuscola.
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Per una volta un post sulla politica ed in "filosofico-politichese" che aimè risulterà a molti poco comprensibile come non è stato semplice per me afferrare in pieno alcuni passaggi dell'intera intervista (della quale pubblico un estratto ma che si può leggere da QUI) di Luigi Tedeschi a Costanzo Preve, le parole che seguono sono di quest'ultimo.
-
Oggi l’Europa è occupata da basi militari americane a più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, e nessun ateniese del tempo di Pericle e di Socrate avrebbe parlato di “democrazia” in presenza di una base militare spartana nel territorio dell’Attica. Il fatto che dei proconsolati imperiali USA possano autodefinirsi “democratici”, laddove essendo privi di sovranità militare e geopolitica non possono ovviamente esserlo “per la contraddizion che nol consente” (come direbbe Dante Alighieri), segnala soltanto una situazione di “decadenza” inaudito dell’Europa in quanto tale. Il buonismo ipocrita alla Veltroni ed il pacifismo ritualizzato alla Bertinotti, che pure si contrappongono simbolicamente al “guerrismo” occidentalistico della crociata al cosiddetto “islamofascismo” di Fini e Berlusconi, possono forse soddisfare gli amanti della simulazione immateriale postmoderna, ma non possono distruggere la realtà storicamente “reale”, il fatto cioè che senza sovranità militare non può esistere nessuna democrazia, perché non comanda il demos, ma lo xenos, uno straniero che non è neppure ospite gradito, ma è anzi un nemico della pace e del diritto internazionale. Hai perfettamente ragione nel rilevare che mentre un secolo fa la democrazia si identificava con la nazionalizzazione delle masse, oggi si identifica piuttosto con la prescrizione dell’internazionalizzazione delle masse stesse. Aggiungerei soltanto che la connotazione più appropriata di questo fenomeno non è tanto “internazionalizzazione”, quanto “globalizzazione”, e cioè globalizzazione ad un tempo multiculturale ed individualizzante delle masse stesse. E questo perché il termine di internazionalizzazione, contenendo la paroletta latina inter, alludeva ancora ad un rapporto fra nazioni, e di conseguenza fra stati, non importa se stati-nazione o stati multi-nazionali. Oggi la polemica del profilo democratico politicamente corretto, come abbiamo cercato entrambi di definirlo nella domanda e nella risposta precedenti, si rivolge direttamente contro la nozione di sovranità degli stati, ed è contro questa nozione che il coro urlante del circo mediatico si rivolge con particolare ferocia. Ferocia peraltro del tutto comprensibile, perché qui si gioca una partita veramente strategica. Viviamo infatti in un capitalismo già in parte del tutto post-borghese, e mentre la borghesia tradizionalmente intesa si aggregava appunto all’interno dello spazio economico e culturale appunto “borghese” (lo stato-nazione, in breve), oggi le nuove oligarchie post-borghesi ed ultra-capitalistiche si aggregano direttamente nello spazio globalizzato ed unificato del mondo intero. Con questo, tuttavia, lo stato-nazione non è affatto sparito, come afferma scorrettamente la scuola onirico-futurista di Toni Negri, perché non solo è tuttora in pieno esercizio presso i dominatori del mondo (i dominatori guerrieri, USA e Inghilterra, ed il clero religioso che specula sul complesso di colpa dell’Europa malata, il sionismo israeliano massacratore del popolo-martire palestinese), ma è ancora presente come protesi diplomatica di appoggio alle proprie classi imprenditoriali (e si vedano i tragicomici viaggi della coppia Prodi-Cordero di Montezemolo che sponsorizzano l’azienda-Italia presso stralunati statisti bianchi, neri, gialli, caffellatte e colore unito multiculturale Benetton). In ogni caso, al centro resta sempre e soltanto la decisività della (mancanza di) sovranità. La critica antica alla democrazia (Socrate, Platone, in parte anche Aristotele, eccetera) si basava proprio sul fatto che la decisione democratica del demos esisteva veramente, e proprio perché esisteva veramente poteva essere pericolosa e distruttiva, in quanto promossa da soggettività emotive, passionali e poco razionali. Ma oggi gli ideologi dell’inesistenza di una vera democrazia decisionale che invece ipocritamente affermano come esistente, sia pure ovviamente imperfetta e perfettibile, come Norberto Bobbio, devono riuscire a mettere sotto silenzio il punto essenziale, e cioè il fatto che in assenza di sovranità reale la stessa decisione politica non è né cattiva né buona, come era al tempo di Socrate, ma è del tutto inesistente. Quanto andrà avanti ancora questa ripugnante simulazione? Apparentemente per sempre, se teniamo conto della forza gigantesca del trinomio Oligarchie Finanziarie-Circo Mediatico di gestione del codice politicamente corretto di accesso alla legittimazione “democratica” -Ceti politici incorporati nella riproduzione politologica. Ma la storia riserva sempre delle sorprese, ed in queste sorprese possiamo sempre pascalianamente scommettere, anche se sono venute meno (ed era ora!) le pseudo-certezze del meccanicismo deterministico del (cattivo) marxismo.

giovedì 14 agosto 2008

Ad esempio a me piace Rino




A trovare un mito, la colonna sonora della nostra coscienza morale e politica, tanto attuale da far paura e tanto vero da dar le lacrime. Non voglio dilungarmi troppo, chi lo ama è perchè ha saputo conoscerlo e capirlo da se, nella propria esperienza ed intelligenza.

-

Rino Gaetano - Ad Esempio A Me Piace Il Sud

(Ingresso libero - 1974)
Ad esempio a me piace la strada
col verde bruciato, magari sul tardi
macchie più scure senza rugiada coi fichi d'India e le spine dei cardi
Ad esempio a me piace vedere
la donna nel nero del lutto di sempre
sulla sua soglia tutte le sere che aspetta il marito che torna dai campi

Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
se mai qualcuno capirà
sarà senz'altro un altro come me
Ad esempio a me piace rubare
le pere mature sui rami se ho fame
ma quando bevo sono pronto a pagare
l'acqua, che in quella terra e' più del pane
Camminare con quel contadino
che forse fa la stessa mia strada
parlare dell'uva, parlare del vino
che ancora e' un lusso per lui che lo fa

Ma come fare non so
Sì devo dirlo ma a chi
se mai qualcuno capirà
sarà senz'altro un altro come me

Ad esempio a me piace per gioco
tirar dei calci ad una zolla di terra
passarla a dei bimbi che intorno al fuoco
cantano giocano e fanno la guerra
Poi mi piace scoprire lontano il mare se il cielo e' all'imbrunire
seguire la luce di alcune lampare
e raggiunta la spiaggia mi piace dormire

Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
se mai qualcuno capirà
sarà senz'altro un altro come me

domenica 20 luglio 2008

Enrico Toti, eroe


Valente ciclista, faceva il ferroviere, e perse la gamba sul lavoro.
Nonostante la mutilazione girò Europa e dintorni in bicicletta.
Insistette talmente tanto che convinse le alte sfere militari a mandarlo al fronte nella Grande Guerra, addirittura in trincea di prima linea, volontario del III reggimento Bersaglieri Ciclisti.
Il 6 Agosto del 1916 in battaglia si lanciò fucile e stampella nel combattimento, ferito già da due colpi lanciò la sua gruccia contro il nemico al grido di "Viva l'Italia". Un terzo colpo lo uccide, fa appena in tempo a baciare il piumetto del suo elmo.

Medaglia d'oro al valor militare
TOTI Enrico
Bersagliere III battaglione bersaglieri ciclisti del 3° reggimento
luogo di nascita: Roma (RM)
Data del conferimento: 4- 12- 1916 D.L.
alla memoria, motivo del conferimento:
Volontario, quantunque privo della gamba sinistra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d’arme dell’aprile a quota 70 (est di Selz), il 6 agosto, nel combattimento che condusse all’occupazione di quota 85 (est di Monfalcone). Lanciavasi arditamente sulla trincea nemica, continuando a combattere con ardore, quantunque già due volte ferito. Colpito a morte da un terzo proiettile, con esaltazione eroica lanciava al nemico la gruccia e spirava baciando il piumetto, con stoicismo degno di quell’anima altamente italiana. Monfalcone,6 agosto 1916.

Oggi c'è chi fa una tragedia per un graffietto, chi gli pesa scendere in piazza per una manifestazione o sacrificare qualche ora della giorrnata all'impegno politico.
Questo che qui porto è l'esempio dell'uomo vero, che accetta le disgrazie e su di esse costruisce la propria forza, che comprende il suo (italico) valore ma allo stesso tempo lo sacrifica completamente mettendo, davanti alla paura, l'idea più grande che è di Nazione, Gloria, Libertà e Vittoria.
L'italiano d'oggi invece... vabbè, lasciamo perdere.
Post ispirato da un noto tassista di Bravetta

domenica 13 luglio 2008

I mondi di Quentin


"Errori" in Kill Bill?

Come tutti abbiamo notato, il film è piano zeppo di "errori" spesso fraintesi dagli spettatori poco attenti e poco informati sul genere di film che hanno davanti. Gli errori presenti nel film (Bhe...almeno quelli evidenti...) non sono causati certo da mille colpi di sonno del regista, ma sono stati VOLONTARIAMENTE messi in evidenza per rendere omaggio ai cosìdetti B-MOVIES (il genere viene chiamato exploitation), film realizzati con uno scarsissimo budget (e quindi spesso infarciti di errori macroscopici...) che non potendosi avvalere nè di grandi sceneggiature nè di famosi interpreti davano allo spettatore quello che le grandi produzioni hollywoodiane non si sarebbero mai sognati di realizzare, cioè: scene fortemente violente spesso surreali e splatter, personaggi irreali e macchiettistici, comicità molto sopra le righe e siparietti sexy.


Movie movie universe...

I detrattori di Kill Bill affermano che niente di quello che accade nel film può accadere nella realtà, per questo motivo molte scene del capolavoro di Tarantino vengono bollate come "impossibili" o peggio "ridicole". Quante volte vi è capitato di rispondere con un sorriso forzato a domande come: "Perchè non è arrivata la polizia? Come ha potuto portare con sè sull'aereo una spada? Come è possibile che una donna sconfigga da sola 50 uomini? Come ha potuto recuperare subito la forza fisica dopo 4 anni di coma? "E' ovvio che niente di tutto ciò possa mai verificarsi nella vita reale! La storia della Sposa non si svolge nel mondo reale ma in una sorta di universo parallelo nato dalla mente del regista. In questo mondo è perfettamente normale che ogni giapponese possega una katana ed è per questo motivo che le linee aeree e le case di produzione motociclistiche attrezzino i loro mezzi con speciali "porta-katana", che il periodo di riabilitazione di una persona che è stata in coma per anni si riduca a poche ore, che la polizia non intervenga mai, e che una donna abbia la forza di un intero esercito.
Secondo quanto rivelato dallo stesso regista, Kill Bill, Natural Born Killers e From Dusk Till Dawn, sono ambientati in quello che lui definisce il "movie movie universe", mentre Reservoir Dogs, Pulp Fiction, True Romance e Death Proof fanno invece, parte dell'universo "realer than real". Jackie Brown non rientra in nessuno dei due mondi tarantiniani perchè frutto della fantasia di Elmore Leonard. I personaggi dell'universo "movie movie" possono fare delle incursioni nell'altro universo (come nel caso dello sceriffo Earl McGraw) ma non viceversa. Tarantino ha aggiunto, inoltre, che se per assurdo uno dei personaggi dell'universo "realer than real" decidesse di andare al cinema andrebbe a vedere senza dubbio uno dei film del "movie movie universe".

martedì 1 luglio 2008

Oltroceano


Colombo

Siamo architetti ricchi di Bel Air, e vecchie dive del noir
Abbiamo ville Abbiamo cadillac, ed uccidiamo per soldi come te
Puoi controllare i nostri alibi, siamo eleganti e sereni
Siamo avvocati rispettabili, e ci inchiniamo al denaro come te
Ci annoiamo, abbiamo mogli e amanti Abbiamo tanti amici
A guardarli bene, tutti vermi che siamo costretti a eliminare

La logica spietata del profitto o chissà cosa
ci fa figli dell’Impero Culturale Occidentale
Meno male che qualcuno o che qualcosa ci punisce
Arriva un investigatore, ci deduce l’anima
La nostra cognizione del dolore illumina

Siamo scrittori in crisi a Beverly Hills, e siamo John Cassavetes
Siamo i dentisti di Los Angeles ed adoriamo il potere come te
Prepariamo le aragoste per chi viene a colazione
Prepariamo piani misteriosi appena ne cogliamo l’occasione

La logica spietata del profitto o chissà cosa
ci fa figli dell’Impero Culturale Occidentale
Meno male che qualcuno o che qualcosa ci punisce
Arriva un investigatore Ci deduce l’anima
La nostra cognizione del dolore illumina.
Baustelle

giovedì 19 giugno 2008

La nona e la classe A



L'altro giorno parlavo con Massimo, forse la persona artisticamente e culturalmente a me più affine, che manifestava dissenso riguardo alla colonna sonora dello spot "Fiat Grande Punto" che vede protagonista la voce dell'immortale (purtroppo solo nel ricordo e nel suo lavoro) Rino Gaetano nella sua Berta Filava; il mio amico non apprezza il fatto di inserire in un prodotto commerciale come una pubblicità un brano di un artista sopra le righe come Rino al quale è particolarmente affezionato, ed io non capivo trovandolo un modo seppur basso di rilanciare al grande pubblico il mitico cantautore e soprattutto il suo messaggio.

Poi ho visto lo spot che qui allego al post, quello della classe A, ed ho capito cosa intendeva Massimo. E' sì un bel prodotto artistico, ben fatto da tutti i punti di vista, ma le note della nona sinfonia di Beethoven (quella comunemente conosciuta per l'inno alla gioia contenuto nel suo quarto movimento) mi sono sembrate un pò troppo. Quella che alcuni cinefili conoscono anche come "la nona del Ludovico Van" è a mio parere la più grande creazione musicale di tutti i tempi e posta sulla pubblicità di una mercedes mi è sembrata un pò sminuita e declassata... naturalmente anche in questo caso a muovere i miei sentimenti è il profondo affetto che provo per l'opera in questione e per il magnifico suo compositore.

sabato 7 giugno 2008

Lutto nel cinema


Lucci: "Definisci il cinema"

Dino Risi: "Un uomo con una pistola e una donna nuda"

Da Quotidiano.net:
Roma, 7 giugno 2008 - Lutto nel mondo del cinema: Dino Risi è morto questa mattina a Roma. Regista e scenaggiatore, aveva 92 anni.
nella sua lunghissima carriera il successo arriva grazie a Pane, amore e... (1955), sequel dei fortunati Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia, che raccontano le comiche imprese del maresciallo Carotenuto (interpretato in tutte le pellicole da Vittorio De Sica), che nei primi due film, diretti da Luigi Comencini, era corteggiato da Gina Lollobrigida, mentre nel terzo episodio della serie, quello diretto da Risi, si trova inseguito da Sophia Loren.

Continua così con Poveri ma belli (1956), commedia girata con pochi soldi, ma che riscosse grande successo. Da qui dirige tanti grandi attori, ma principalmente lavora con Alberto Sordi, Nino Manfredi e Vittorio Gassman, i suoi "prediletti". Con Sordi dirige Il vedovo (1958), satira di costume, mentre dirige Gassman in un film che consacra l'attore genovese, Il mattatore (1959).
Gli anni' 60 consacrano il cinema di Dino Risi, tanto che vari critici arrivano ad accostarlo a Billy Wilder. Offre a Sordi un ruolo drammatico in Una vita difficile (1961), a fianco di Lea Massari, e rivoluziona la commedia privandola dell'happy-ending in Il sorpasso (1962), ancora con Gassman, che dirige anche nel graffiante film ad episodi I mostri (1963), accanto a Ugo Tognazzi.

Una critica delle vacanze dei ricchi arriva in L'ombrellone (1965), dopodiché lavora con Totò nel film Operazione San Gennaro (1966), mentre riesce a non far parlare per l'intero film Tognazzi in Straziami, ma di baci saziami (1966).
Nel film a episodi Vedo nudo (1969) affronta il tema della sessualità dopo il Sessantotto, con un Manfredi che si cimenta in ben sette personaggi diversi: sulla stessa falsariga seguiranno Sessomatto (1973), con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli, e Sesso e volentieri (1982), con Johnny Dorelli, la Antonelli e Gloria Guida.

Negli anni '70 fotografa benissimo i vizi e i gravi difetti degli italiani nel capolavoro In nome del popolo italiano (1971), con la coppia sempre affiatata Tognazzi (nel ruolo del giudice integerrimo) e Gassman (in quello del viscido Lorenzo Santenocito), riscontrando sempre un grande successo di pubblico e critica.
Passa poi al dramma psicologico con Anima persa (1976) e Profumo di donna (1974), due pellicole straordinarie, tratte entrambe da romanzi di Giovanni Arpino e interpretati da un perfetto Gassman: di quest'ultimo film sarà poi girato un remake hollywoodiano, Scent of a Woman - Profumo di donna, con Al Pacino, diretto da Martin Brest, nel 1992.
Torna a lavorare insieme a Mario Monicelli e Ettore Scola in I nuovi mostri (1977), un altro film a episodi, e dirige Renato Pozzetto in Sono fotogenico (1980) e Lino Banfi in Il commissario Lo Gatto (1986). Da ricordare anche Fantasma d'amore (1981), nel quale racconta una nostalgica storia d'amore tra Marcello Mastroianni che rincorre la defunta amante, una straordinaria Romy Schneider, per le strade di Pavia.

Negli anni '90 lavora per l'ultima volta con l'amico Gassman in Tolgo il disturbo (1990) e realizza Giovani e belli (1996), un fallimentare remake di Poveri ma belli.
Nel 2002 riceve il Leone d'Oro alla carriera. Nel settembre del 2004 è uno degli ospiti d'onore della prima edizione del "Festival della Mente" di Sarzana (SP). Nel 2005 pubblica "I miei mostri".

Per una trentina di anni, vive in una camera di albergo a Roma, nel cuore del quartiere Parioli, dove si spegne la mattina del 7 giugno 2008

Crazy blood

La storia nel cinema ed il cinema nella storia.
Il cinema Italiano di una volta nel cinema Italiano di oggi in questo periodo d'oro.
Il periodo più tragico ed affascinante del 900 Italiano visto con incredibile giustizia storica, quella che restituisce dignità a quelle figure che erano state infangate dalla storiografia dei vincitori e non quella della verità. Tra tutte la Decima Flottiglia Mas, una dei simboli di volontà, gloria e limpidezza nel periodo in cui gli schieramenti politico-militari, da enterambe le parti, sono riusciti a dare il peggio.
Un film lungo ma mai noioso, d'azione nel suo pur essere riflessivo e dalla sceneggiatura eccezionale; esteticamente all'altezza del compito ed a tratti addirittura pulp.

Invece:
Nota dolente, giusto per citarlo, su "Carnera, the walking mountain": la storia bellissima del nostro glorioso pugile della prima parte del secolo scorso, ma raccontata con uno stile da fiction di canale5... na cafonata insomma.

sabato 31 maggio 2008

Il divo


L'eredità degli anni 70 e la volontà di fare un prodotto artistico e non solo la solita "commercialata all'italiana" che piaccia alle masse.


COSI' SI FA UN FILM

sabato 17 maggio 2008

Gomorra


Un film che colpisce molto più per il contenuto che per il modo in cui è stato girato. Rinunciando a riprese pulite o a virtuosi tocchi di classe si apre una finestra dalla quale lo spettatore si affaccia a tre dimensioni nel mondo dei quartieri campani e della criminalità organizzata, grazie anche all'uso del dialetto (costantemente sottotitolato) che dà l'impressione di assistere personalmente alle vicende che vengono mostrate così come sono e senza romanzature.

sabato 10 maggio 2008

Pop Art dei giorni nostri


Era chiaro l'intento: una provocazione artistica ad una città ed una regione che lentamente si liberano da un cancro che un tempo sostituiva con successo lo stato, ma che da troppi anni si contrappone ad esso con violenza bloccando l'economia del sud e trascinando verso il basso l'intero paese.

Sono riusciti a strumentalizzare anche questa iniziativa tentando di attribuirle una firma mafiosa, come se fosse un'inneggiare in stile pop art ad uno dei boss ancora latitante. Forse non avevano letto la parola "l'ultimo" o i simboletti "$$$$" del dollaro con chiara ironia sul cognome "denaro"...

fatto sta che gli autori, degli studenti, sono dovuti uscire allo scoperto togliendo un pò dell'alone di mistero che completava l'opera d'arte graffitata sul muretto di cinta della cattedrale di Palermo.

Chi conosce la città sa qual'è il contesto e sicuramente non condanna il gesto come se fosse stato fatto ad esempio nel centro storico di Roma, come rimane il fatto che tra le mille scrittacce ed inutili "teg" che rimangono inpunite questa esecuzione (prontamente censurata) spicca per il contenuto e l'impatto estetico; ma i ragazzi dovranno sicuramente pagare una multa, senza contare il fatto che il loro fare "outing" li espone alle angherie non tanto dei mafiosi quanto dei troppi giovani esaltati che hanno come modello i boss e li idolatrano al pari di star dello spettacolo o di storici leader politici.

Sono quindi culturalmente solidale a Filippo Bartoli e Alessandro Giglio.

lunedì 5 maggio 2008

"Figlia Di Chi" di Matteo M. Gentilucci



Un lavoro fatto col cuore, con persone che ho molto a cuore dalla prima all'ultima.

Per l'argomento è un genere che non mi appartiene, ma la storia molto suggestiva mi ha permesso di dedicarmi con attenzione all'estetica ed alla fotografia per azzardare qualche esperimento. Non mi sono risparmiato comunque una personale firma finale che spero arricchisca il prodotto.

Buona visione

mercoledì 26 marzo 2008

Con l'Alfa rossa fa quello che vuole






Nuvolari è basso di statura, Nuvolari è al di sotto del normale
Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa Nuvolari ha un corpo eccezionale
Nuvolari ha le mani come artigli,Nuvolari ha un talismano contro i mali
Il suo sguardo è di un falco per i figli, i suoi muscoli sono muscoli eccezionali!
Gli uccelli nell'aria perdono l'ali quando passa Nuvolari!
Quando corre Nuvolari mette paura…
perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura
Gli alberi della strada strisciano sulla piana,
sui muri cocci di bottigliasi sciolgono come poltiglia,tutta la polvere è spazzata via!
Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
la gente arriva in mucchio e si stende sui prati,
quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari,
la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore e finalmente quando sente il rumore
salta in piedi e lo saluta con la mano, gli grida parole d'amore,
e lo guarda scomparire come guarda un soldato a cavallo,a cavallo nel cielo di Aprile!Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente
Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente…
Corre se piove, corre dentro al sole Tre più tre per lui fa sempre sette
Con l' Alfa rossa fa quello che vuole dentro al fuoco di cento saette!
C'è sempre un numero in più nel destino quando corre Nuvolari…
Quando passa Nuvolari ognuno sente il suo cuore è vicino
In gara Verona è davanti a Corvino con un tempo d'inferno,acqua, grandine e vento pericolo di uscire di strada, ad ogni giro un inferno ma sbanda striscia è schiacciato lo raccolgono quasi spacciato!
Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
batte Varzi, Campari, Borzacchini e Fagioli
Brilliperi e Ascari...

NUVOLARI di Lucio Dalla
dall'album
«Automobili»

martedì 11 marzo 2008

E mo me svejo

Nessuna immagine meglio di questa (opera di Marcolino) può riassumere questo periodo della mia vita segnato dall’impegno totale nella campagna elettorale, per il quale sto trascurando molte altre cose compreso il presente blog, e dal ritorno dell’Alfetta che è tornata a sfrecciare con me nelle vie dell’Urbe.
Per par condicio mi sembra il caso di pubblicare anche questa foto, inno all’ironia Romana:

giovedì 28 febbraio 2008

Vivere per la politica o.. di politica


“Chi vive per la politica, fa di questa, in senso interiore la propria vita: egli gode del mero possesso della potenza che esercita, oppure alimenta il proprio equilibrio interiore e il sentimento della propria dignità con la coscienza di dare un senso alla propria vita per il fatto di servire una ‘causa’. In questo senso interiore si può ben dire che ogni uomo serio, il quale vive per una causa, vive anche di questa causa. […] ‘Di’ politica come professione vive chi tende a farne una duratura fonte di guadagno; ‘per’ la politica, invece, colui per il quale ciò non avviene” (Max Weber)


I politici di professione, quelli senza il Beruf della politica, su cui fondare il loro carisma, sono coloro che non hanno le qualità intrinseche del capo, coloro che non avendo l’impulso interiore si costruiscono un apparato di potere senza comprendere la reale capacità d’azione, i rischi e le responsabilità della leadership, cioè il lato oscuro presente in ogni relazione di dominio.


“Ha veramente la vocazione per la politica solo colui che, forte di una fede profonda e certo di non crollare anche quando il mondo gli apparisse troppo basso o stupido per ciò che egli ha da offrire, davanti ad ogni delusione può dire: Non importa, continuiamo! (Max Weber)


Da “Religione e modernità in Max Weber” di Alessia Zaretti (FrancoAngeli)

lunedì 25 febbraio 2008

La sentinella


Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...

Fredrick Brown
(tratto da 'Tutti i racconti' (1950-1972), 1992, A. Mondadori Editore)

lunedì 18 febbraio 2008

Shooting Silvio


Allora il cinema indipendente Italiano esiste e davvero riesce a produrre esempi di pellicole di alta qualità, film molto bello e ben fatto da tutti i punti di vista, tranne semmai la recitazione.
Adatto al clima odierno di campagna elettorale, con citazioni accessibilissime e molto apprezzate dal sottoscritto.
Vabbè, vedetevelo insomma... sù!

domenica 10 febbraio 2008

la storia infoibata


Dal numero di Febbraio 2007 de "L'Urlo", giornalino studentesco del liceo E. Montale di Roma.
10 Febbraio: Giornata del ricordo delle foibe.
Come chiudere gli occhi davanti ad un eccidio di massa, ad una pulizia etnica, alla morte di connazionali non aventi altra colpa che quella di essere Italiani?
Molti mi rispondono che rispetto ai cinque milioni di ebrei sterminati dai nazisti, qualche migliaio di italiani sono poca roba… a loro ed alle loro ignobili anime replico che la tragedia non si misura su di una bilancia il quale ago pende a seconda del peso (del numero) dei corpi esanimi che essa si lascia dietro, ma sull’efferatezza di un crimine che un uomo o un’ideologia hanno la risolutezza di compiere.
L’infame intento.
Josip Broz, meglio conosciuto come il maresciallo Tito, segretario del partito comunista Jugoslavo e poi fondatore dello stato socialista, alla fine della seconda guerra mondiale condusse le sue truppe partigiane in una violenta occupazione dei territori del nostro confine orientale: Trieste, Fiume, la Dalmazia e tutta l’Istria, territori italiani fin dal tempo delle province romane, erano in mano alle imperversanti truppe slavo-comuniste. L’intento di Tito era eliminare gli italiani per balcanizzare il territorio e “bonificare” l’Istria, Fiume e la Dalmazia dalla presenza millenaria del ceppo latino-veneto.
Le foibe.
Il termine foiba è una corruzione dialettale del latino “fovea” che significa fossa; le foibe, infatti, sono voragini rocciose create dall’erosione di corsi d’acqua nell’altopiano del Carso. Esse furono utilizzate per infoibare (“spingere nella foiba”) migliaia di istriani e triestini, soprattutto italiani (fascisti e non) ma anche slavi anticomunisti, addirittura alcuni membri del CLN, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo di Tito, che doveva dimostrare agli altri stati seguaci della corrente sovietica di essere in grado di controllare, sotto la propria egida, diversi tipi di etnie.
Strategie di un abominio.
Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro. I massacratori, per risparmiare munizioni, sparavano soltanto al primo malcapitato del gruppo che, ruzzolando rovinosamente nella foiba, trascinava con sé gli altri; essi morivano di stenti, il freddo e l’inedia non lasciavano superstiti. Sollazzo delle truppe slave era, sovente, gettare nelle foibe, dopo l’esecuzione, un famelico cane nero che rendesse, se possibile, ancora peggiori le ultime ore di vita dei condannati.
Gli aguzzini agirono su direttive dell'OZNA, la famigerata polizia segreta del regime titino, i cui agenti calarono a Trieste con le liste di proscrizione e si servirono di manovalanza locale. Nell'invasione jugoslava dell’Istria, e di ciò che ne seguì, i comunisti locali hanno responsabilità gravissime. In quei giorni le loro squadre con la stella rossa giravano per la città a pestare e ad arrestare. Loro elementi formavano il nerbo della "difesa popolare". Quei tragici avvenimenti furono infatti il frutto di un disegno politico preventivamente preparato e cinicamente eseguito.
Un inevitabile paragone.
Nella memoria collettiva e nella storiografia ufficiale l’Olocausto è giustamente presente, e non potrebbe essere altrimenti. Trova spazio in tutti i libri di testo, nella cinematografia mondiale sia filmica che documentaristica e viene ricordato costantemente, rasentando l’eccesso, dai mezzi di informazione. Ogni studente italiano conosce bene quegli orrori.
La tragedia istriana giuliano dalmata, al contrario, è stata per decenni omessa, oltre che da tutto il susseguirsi di governi (tranne l’ultimo di centro-destra che ha il merito di aver istituito la Giornata del Ricordo), da tutti i testi scolastici ed è solo in seguito al dibattito sulla faziosità dei libri di testo, che in alcune edizioni viene riportata qualche informazione a riguardo, anche se spesso, purtroppo, ancora in forma superficiale e didascalica.
La condanna politica e morale di tutti gli stati nei confronti dell’antisemitismo è unanime, e, in forma autocritica, anche molti esponenti dei governi tedeschi sono sempre stati in prima linea nell’esecrare quegli accadimenti. Diversamente, in merito al genocidio titino, non c’è mai stata alcuna presa di posizione ufficiale di condanna da parte dei governi balcanici: la Jugoslavia prima, la Croazia e la Slovenia poi, oltre a non aver mai espresso le loro “scuse ufficiali” ai familiari delle vittime, non hanno collaborato ad aprire, agli storici di tutto il mondo, i loro archivi di stato (basti pensare alla reazione del presidente croato Mesic al discorso di Giorgio Napolitano in occasione della celebrazione del “Giorno del ricordo” del 10 Febbraio 2007). Anche sul piano giudiziario, le procedure ed i risultati sono da sempre stati diversi: sebbene alcuni siano riusciti ad eludere la giustizia internazionale, molti gerarchi nazisti sono stati processati a Norimberga. Nessun criminale titino ha invece scontato un solo giorno di carcere, a cominciare proprio dal loro leader, inspiegabilmente a lungo stimato e “riverito” da molti capi di stato.

mercoledì 6 febbraio 2008

Una vita al massimo


C’è chi butta via la vita seguendo falsi idoli, o convinzioni, chi vive in funzione di una persona e lascia che il proprio universo le ruoti intorno, e rinuncia alla coerenza.
C’è anche chi lo fa perché è caduto, ma non per terra ma molto più in profondità: nel baratro della droga.
Alcuni, anzi molti, semplicemente ebbri della loro ignoranza, fanno questo e quello senza poi infine far nulla, passano giornate nel vuoto, perdono il prezioso tempo in superficiali inutilezze.

Ora non sento più la vita sfuggirmi tra le dita come un pugno di sabbia, le mie giornate non sono più fugaci granelli di quell’arena stretta nella mia mano incapace di contenerli. Sento più mia l’esistenza, perché cerco ogni momento di afferrare tutto ciò che mi può dare, nell’umano possibile, cercando di limitare le inevitabili perdite alle inutilezze di cui sopra. Quello che l’economia definisce “massimizzazione soggetta a vincoli”.
Questa è la mia idea, una vita vissuta come elevazione e conquista,
Una vita al massimo…

lunedì 28 gennaio 2008

La giornata della memoria..


Immaginate di rinchiudere qualche centinaio di topi in un campo di bocce, che avete provveduto a recintare con alte pareti di legno, per tre lati su quattro.
Il quarto lato – uno di quelli lunghi – non ha bisogno di pareti, poiché subito accanto alla sabbia c’è l’acqua di uno stagno: in quella direzione i topi non potranno andare.Gettate nel campo un po’ di cibo, che sia sufficiente a tenerli in vita, ma non a sfamarli tutti.
Quando il nervosismo per la fame cresce, e la ricerca di cibo diventa più spasmodica, infilate un dito in uno dei tanti forellini che avete praticato sulle pareti di legno, e aspettate che i topi ve lo morsichino. A quel punto urlate di dolore, prendete lo schioppo e ne fate fuori una decina. I topi per un momento si calmano. Tornate a gettare del cibo, poi riducetene la dose, lasciate che la fame cresca, tornate a infilare il dito in un forellino, e impallinate nuovamente quelli che ve lo morsicano.
Se qualcuno protesta per il continuo massacro dei topi, mostrategli il dito ferito, e spiegategli che i topi devono imparare a rispettare chi li nutre.
Dopo aver ripetuto il ciclo per un po’ di tempo, riducete drasticamente le quantità di cibo, obbligando i topi ad ammazzarsi fra di loro pur di riuscire a sopravvivere.
Vedrete così che i più forti riusciranno comunque a nutrirsi, ...... mentre i più deboli si lanceranno con disperazione verso le pareti, cercando a tutti i costi di uscire da uno dei forellini che avete praticato.
A quel punto vi trovate obbligati a rinforzare le pareti con delle lastre di acciaio, perchè i topi rischiano di scavarsi nel legno una via di uscita. Niente più forellini, niente più morsicature, niente più punizioni.
Interrompete del tutto la somministrazione di cibo, e restate semplicemente a guardare. Quando lo scompiglio e la disperazione avranno raggiunto i massimi livelli, vedrete che i topi cercheranno di scavare delle gallerie sotto le pareti rinforzate, pur di uscire alla ricerca di cibo. A quel punto chiedete gentilmente ai vostri amici egiziani di tappare quelle gallerie.
Benvenuti a Gaza.
Massimo Mazzucco

sabato 26 gennaio 2008

La scuola del ciabattino


“Signore, dimmi qual è il miglior stratega militare di sempre.”
“Quel ciabattino, che vive e lavora in un villaggio.”
Rousseau

Si auspica che chi sia destinato ad essere qualcuno lo diventi, almeno io credo che sia così, e la società dovrebbe essere in grado di riconoscere il talento e di aprire la strada a chi ha le potenzialità per percorrerla. Secondo la teoria di principio appena espressa, in una società come la nostra che fonda il merito su istruzione e relativi pezzi di carta, la presenza di scuole private è assolutamente priva di senso nonché antitetica.
Il possedere soldi non è una prerogativa meritocratica. Anche se parlassimo in termini liberisti e liberal-borghesi, e quindi riconoscessimo il fatto di possedere soldi come certificato di abilità e merito, nel caso dell’istruzione non troveremmo fondamento in quanto il denaro è posseduto dal genitore che paga la retta e non dall’alunno in questione.
Il livello raggiungibile è ancora strettamente legato alla classe sociale di partenza, o almeno lo sarà finché le naturali strade di ascesa saranno affiancate da autostrade percorribili dai più abbienti, a pedaggio certamente.

venerdì 18 gennaio 2008

"Fuori Dal Giro" di Matteo M. Gentilucci




Grazie all'irrinunciabile aiuto dell'amico Franz ho caricato su You Tube questo mio corto, girato lo scorso anno con la partecipazione e l'aiuto di alcuni miei cari amici, tutti accreditati.

Il film è un prodotto sperimentale, in esso ho azzardato alcune scelte tecniche ed estetiche abbastanza particolari, con molte citazioni alcune più evidenti di altre ed è supportato da una colonna sonora dai nomi a dir poco colossali.

Presto pubblicherò anche gli altri, almeno quelli che meritano di essere qui presentati e soprattutto annoverati tra i lavori marchiati Fragola Production.

venerdì 11 gennaio 2008

Sabato sera in TV


Sabato sera inizia, su raiuno, un programma dall'idea simpatica e interessante. I migliori anni ripercorrerà tutta la seconda metà del secolo scorso dal punto di vista dello spettacolo che ne fu protagonista. Avrò il piacere di parteciparvi come pubblico attivo, spero che tra moda, cinema, musica e televisione si possano rievocare nel modo migliore i segni lasciati nella nostra cultura dagli anni che ci precedono.

Per ora la cosa più interessante sembra essere lo scenografo.. ma se vi capita di stare a casa il tasto del telecomando è quello con scritto 1.
Gli articoli su ANSA, TVblog e Film.it

 

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