Spaghetti Blog



Lo faccio all'italiana

domenica 14 ottobre 2007

Spaghetti Noir

Forse le cose cambiano e si sta lentamente tornando ad un cinema italiano di qualità.


Di un Marco Martani che per il suo esordio alla regia ha voluto forse spostare e rinnovare il target. Un film interessante nella qualità tecnica, ricco di spunti e riferimenti, ma scontato e deludente in quelle parti tipicamente in stile “fiction italiana” (questa volta per fortuna meno numerose del solito) che denotano la solita difficoltà nell’uscire dal basso livello, di stampo commerciale, che caratterizza il prodotto cinematografico odierno della penisola.
La pecca maggiore, di questo come delle altre produzioni nostrane attuali, sta negli attori: si nota la scarsa bravura di alcuni quanto l’inadeguatezza di altri quando vengono scelti più per la loro fama o presenza che per essere adatti al personaggio che sono chiamati ad interpretare. Troviamo quindi un Giorgio Faletti ed una Carolina Crescentini da dimenticare, mentre un inaspettatamente bravo Nicolas Vaporidis in un ruolo che però non gli sta addosso per niente. Invece grande interpretazione e graditissimo ritorno di Ninetto Davoli, noto per la sua fantastica carriera nel miglior cinema italiano dgli anni ’60 e ’70 e che qui voglio ricordare per la sua interpretazione in “La Terra vista dalla Luna” di Pasolini, capolavoro dell’assurdo ed episodio tra i cinque del film “Le Streghe” del ’67, esempio di Nouvelle Vague all’italiana.

Lo stile di “Cemento Armato”, o meglio solo delle sue parti interessanti, rientra nella struttura del classico noir con cenni di revenge movie, spettacolo che in Italia manca a questo livello dagli anni ’70 anche se spesso sfiorato da ottimi film come “Romanzo Criminale”. Violenza facile e palese, lo sguardo di una Roma dei quartieri, dei viadotti, del cemento armato appunto e mai dei monumenti.

La citazione: -Lo sai perché si dice “Ok”?-

4 commenti:

Franz ha detto...

O Killed.... sono curioso di vederlo.

Anonimo ha detto...

a mattè non sono tanto d'accordo con la tua "buona interpretazione" di Vaporidis. a me è sembrato tanto una ricerca continua di somigliare a al pacino, ma troppo devi pedalà a vaporidis!

Matteo G ha detto...

Grande simò, benvenuto su Spaghetti Blog. Tutto il post tiene conto del fatto che si parla di un prodotto Italiano di adesso, in un panorama di produzioni di bassa qualità artistica. Vaporidis in questo contesto è stato bravo, ma paragonato a tanti altri non è più di un cane, e ad Al Pacino probabilmente non arrivera mai a fare più che pulirgli le scarpe... Daje Roma Tre!!

Franz ha detto...

Non scomodiamo le divinità.

 

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