Spaghetti Blog
Lo faccio all'italiana
martedì 17 luglio 2007
lunedì 16 luglio 2007
Me e gli altri
Li invidio, i normali, perché vengono capiti. Quando si è come la maggior parte delle persone è facile essere capiti. Io per farmi capire devo mediare, mettermi nei panni di chi ascolta e per quanto possibile al suo livello nell’intento di essere comprensibile.. no, non parlo in maniera complicata, ciò che risulta di difficile approccio è il modo che ho di intendere il mondo, di interpretare la vita andando oltre ciò che appare, perché credo che i problemi vadano affrontati alla radice e a pochi è dato di afferrare qual è la vera radice di molti problemi. Si contano sulle dita di una mano le persone con le quali ho tentato di avvicinarmi in un discorso al mio vero punto di vista, sono quelle di cui ho o avevo più stima, ma chi più chi meno si è rivelato sempre un fallimento, tanto da arrivare, oltre che a rivalutare in negativo una delle persone che avevo di fronte, a rinunciare all’idea di essere capito in pieno da qualcuno. Una brutta rinuncia.
Risulta difficile se non impossibile far rinunciare a vedere le cose nel modo più comunemente accettato, mentre con le persone in cui credo ci ho sempre provato, con la maggior parte delle altre rinuncio in partenza. Il mio bisogno di fare sempre la cosa giusta viene visto come una bizzarria, divento una specie di fenomeno da baraccone quando cerco di ragionare con gli altri invece di adeguarmi al molto più di moda “si vabbè ma sti cazzi”. E quelli che cerco di fare sono i più spiccioli dei miei ragionamenti, e già per quelli gli altri mi fanno sentire un alieno, figuriamoci se mai mi azzarderei ad affrontare argomenti di un maggior livello: verrei considerato da manicomio!
Lo so che per molti di quelli che leggono posso sembrare un pazzo farneticante, ma consideratelo uno sfogo che sarebbe legittimo a chiunque si sentisse come me. Non vivo questa cosa come una tragedia, ma allo stesso tempo perdere le persone che si hanno intorno perché esse non riescono a capirti in quanto schiave dei loro schemi mentali non è divertente e non fa affatto piacere, d’altro canto si rinforzano così i rapporti con le persone che rimangono al tuo fianco perché hanno capito come saper accettarti… una sorta di selezione naturale insomma.
Perdonate l’eccessiva introspettività, spero almeno di aver dato buoni spunti per i vostri commenti.
Pubblicato da Matteo G alle 00:35 2 commenti
mercoledì 11 luglio 2007
Il giorno dopo
Pubblicato da Matteo G alle 15:54 3 commenti
lunedì 9 luglio 2007
Per chi cambia canale
La pubblicità soffoca la televisione, su questo siamo tutti daccordo, ma spesso riesce a stupirci con dei prodotti di qualità e creatività: dei veri e propri cortometraggi.
Molti spot entrano a far parte della cultura generale e popolana, rendono famose ottime canzoni che non hanno avuto l'onore della notorietà pur meritandolo, ci fanno ridere.
Sono fatte per convincerti a comprare, per in qualche modo influenzare il tuo comportamento, ma se viste col giusto distacco di mente critica in molti casi spiccano per valenza artistica e offrono un buon spunto per riflettere sulla nostra società. Daltronde la pubblicità manifesta spesso i sintomi di molte delle malattie che affliggono questo mondo.
Lo spot che vi mostro è l'esempio di un buon prodotto video, che cerca di suscitare divertita meraviglia e non tanto di convincere del paradossalmente efficace effetto mostrato del deodorante. Tengo a precisare che io non uso Axe.
Pubblicato da Matteo G alle 15:12 1 commenti
venerdì 6 luglio 2007
Italian history X
Nonostante non concepisca un simile gesto mi astengo dal giudicare; questa triste storia di un uomo che qui non avrà nome mi è stata affidata come esempio di vita da una brava donna, una storica seppur giovane impiegata dell’Inail. Voglio legarla ad una lettera non troppo attinente, ma molto bella e trovata su Focus di questo mese; mi evita di concludere questo post con un po’ di amaro in bocca:
I nuovi eroi-normali
Quando ero ragazzo gli eroi e i supereroi si chiamavano Tex, Zagor, Superman, Uomo Ragno, Devil, Fantastici Quattro, Batman. Oggi a 45 anni ho capito che gli eroi sono ben altri. I nuovi eroi sono persone apparentemente normali che fanno cose apparentemente normali. Apparentemente. I nuovi eroi sono persone capaci di lavorare duro, con spirito di abnegazione, perché sanno di farlo non solo per se stessi ma per il bene comune. E quanto più alta è la carica che essi ricoprono, sono capaci di stabilire con i loro collaboratori rapporti autentici, veri, con umanità ed umiltà. Mentre trattano senza timore reverenziale alcuno i potenti. I nuovi eroi sanno sopportare, oggi più che mai, una quantità incommensurabile di indottrinati incapaci, consci che il difficile non è sapere, ma saper far uso di ciò che si sa. I nuovi eroi sono coloro che assistono al quotidiano scempio di una classe politica, tutta, inetta ed incapace, e che ogni giorno hanno la forza di chiedersi che cosa possono fare loro stessi per cambiare in meglio questo Paese. Sono coloro che non ricorrono a scorciatoie o mezzucci per raggiungere uno scopo o un obiettivo, consapevoli che la strada da percorrere è impervia e irta di ostacoli, ma che la loro forza di volontà li aiuterà a percorrerla. I nuovi eroi sanno rimanere sempre retti ed onesti tra i disonesti, e aborrono la calunnia. Quando si prefiggono un obiettivo ambizioso danno sudore e passione. Se lo conseguono ne gioiscono, senza vanto alcuno. Ma quando esausti non riescono nell’intento, hanno la forza ed il coraggio di cambiare obiettivo e porsene un altro, diverso, ancora più ambizioso. E’ difficile vedere i nuovi eroi in copertina o sulle prime pagine dei giornali. Non ne hanno bisogno. I nuovi eroi si appagano del riconoscimento e della stima delle persone che vivono, lavorano, soffrono, lottano, sperano, gioiscono con loro. Ed è questo ciò che li rende veri, grandi, eroi.
Pubblicato da Matteo G alle 21:26 1 commenti