Spaghetti Blog



Lo faccio all'italiana

martedì 17 luglio 2007

Ma tornerò


Non disperatevi se il blog non verrà aggiornato per il prossimo mezzo mese, vi avviso per evitare scene di isteria (femminile) pubblica, guerre civili e inutili spargimenti di sangue.

Saluti a voi che rimanete, a chi è già in vacanza ed a chi lo sarà tra breve.

Il vostro affezzionatissimo parte domattina e sarà via per ben due settimane, qualche centinaio di chilometri più a sud mi aspetta la contrada Malapezza di Spartà (Me), Giacomino sotto il gazebo a fare il barbecue (e speriamo che non vomiti), Bubba perennemente e completamente nudo in sfida al pudore pubblico, Umberto a sgridarci per aver lasciato un lago in bagno dopo la doccia (ma quest'anno Rory ha montato la tendina), le sfide ai beachvolleisti locali ed alla mitica minnazzona. Insomma quattro scemi in giro con una geep per la sicilia; e se trovo il tappo, tra una granita e una pasta alla norma, io quell'isola la affondo pure (citazione)!

Godetevi Roma che d'estate è stupenda, libera dal suo peggior cancro qual'è il traffico (e se fossi più maligno direi "e dai romani").

Bella pe voi, ci risentiamo ad Agosto

lunedì 16 luglio 2007

Me e gli altri


Per rendere la nostra vita più semplice ci creiamo degli schemi mentali nei quali rientra la normalità ed al di fuori dei quali sta ciò che definiamo strano, diverso, anormale. Sono poche le persone che riescono a rendersi conto di queste sovrastrutture, ancora meno quelli che arrivano a farne a meno. Spesso maledico il modo in cui sono, la mia continua ricerca della qualità delle cose, del giusto e del vero; invidio troppe volte chi sa abbandonarsi alle regole apparenti del nostro modo di pensare senza metterle in discussione, chi crede che una cosa vada bene così perché così va bene a tutti, chi cerca un certo tipo di rapporto interpersonale perché è così che si sta insieme. Il rapporto tra due persone è l’alchimia che si crea tra le volontà di entrambi, non c’è un modo giusto di stare insieme, di essere amici. I rapporti sono in continua evoluzione perché gli uomini che li compongono sono esseri in continua evoluzione, attraverso le esperienze che li cambiano ogni giorno, e cercare di bloccare un rapporto in uno schema fisso (ad esempio il fidanzamento, con i suoi diritti-doveri reciproci e tutte quelle cose che sembrano niente più che rituali) è una forzatura utile soltanto a semplificare la vita nel tentativo di ignorare e di non accettare la vera essenza caotica di essa.
Li invidio, i normali, perché vengono capiti. Quando si è come la maggior parte delle persone è facile essere capiti. Io per farmi capire devo mediare, mettermi nei panni di chi ascolta e per quanto possibile al suo livello nell’intento di essere comprensibile.. no, non parlo in maniera complicata, ciò che risulta di difficile approccio è il modo che ho di intendere il mondo, di interpretare la vita andando oltre ciò che appare, perché credo che i problemi vadano affrontati alla radice e a pochi è dato di afferrare qual è la vera radice di molti problemi. Si contano sulle dita di una mano le persone con le quali ho tentato di avvicinarmi in un discorso al mio vero punto di vista, sono quelle di cui ho o avevo più stima, ma chi più chi meno si è rivelato sempre un fallimento, tanto da arrivare, oltre che a rivalutare in negativo una delle persone che avevo di fronte, a rinunciare all’idea di essere capito in pieno da qualcuno. Una brutta rinuncia.
Risulta difficile se non impossibile far rinunciare a vedere le cose nel modo più comunemente accettato, mentre con le persone in cui credo ci ho sempre provato, con la maggior parte delle altre rinuncio in partenza. Il mio bisogno di fare sempre la cosa giusta viene visto come una bizzarria, divento una specie di fenomeno da baraccone quando cerco di ragionare con gli altri invece di adeguarmi al molto più di moda “si vabbè ma sti cazzi”. E quelli che cerco di fare sono i più spiccioli dei miei ragionamenti, e già per quelli gli altri mi fanno sentire un alieno, figuriamoci se mai mi azzarderei ad affrontare argomenti di un maggior livello: verrei considerato da manicomio!
Lo so che per molti di quelli che leggono posso sembrare un pazzo farneticante, ma consideratelo uno sfogo che sarebbe legittimo a chiunque si sentisse come me. Non vivo questa cosa come una tragedia, ma allo stesso tempo perdere le persone che si hanno intorno perché esse non riescono a capirti in quanto schiave dei loro schemi mentali non è divertente e non fa affatto piacere, d’altro canto si rinforzano così i rapporti con le persone che rimangono al tuo fianco perché hanno capito come saper accettarti… una sorta di selezione naturale insomma.
Perdonate l’eccessiva introspettività, spero almeno di aver dato buoni spunti per i vostri commenti.

mercoledì 11 luglio 2007

Il giorno dopo


Ho augurato la morte a troppi lupi e la stitichezza a parecchie balene, ora torno alla vita ed a dedicarmi ai miei interessi, le mie passioni, me stesso. Comunque vada sarà un successo, dicevo, ed è riuscita ad andare meglio di quanto veramente desideravo. Quest'esperienza mi ha confermato quanto sia di poco conto il giudizio degli altri, e quanto vada rivalutato il compito di ognuno di noi di conoscere il mondo e la cultura per renderne conto a nessun'altro se non a noi stessi.
Mi aspetta la vacanza con i miei fratelli, presto sarò sulle spiagge della sicilia con tre amici e una geep, godendomi quello che stavolta è indubbiamente un meritato riposo.

lunedì 9 luglio 2007

Per chi cambia canale



La pubblicità soffoca la televisione, su questo siamo tutti daccordo, ma spesso riesce a stupirci con dei prodotti di qualità e creatività: dei veri e propri cortometraggi.
Molti spot entrano a far parte della cultura generale e popolana, rendono famose ottime canzoni che non hanno avuto l'onore della notorietà pur meritandolo, ci fanno ridere.
Sono fatte per convincerti a comprare, per in qualche modo influenzare il tuo comportamento, ma se viste col giusto distacco di mente critica in molti casi spiccano per valenza artistica e offrono un buon spunto per riflettere sulla nostra società. Daltronde la pubblicità manifesta spesso i sintomi di molte delle malattie che affliggono questo mondo.
Lo spot che vi mostro è l'esempio di un buon prodotto video, che cerca di suscitare divertita meraviglia e non tanto di convincere del paradossalmente efficace effetto mostrato del deodorante. Tengo a precisare che io non uso Axe.

venerdì 6 luglio 2007

Italian history X


Una vita dedicata al lavoro, alla carriera. Una regione complicata, la Calabria, nella quale qualche anno fa ed in alcuni ambienti era impossibile raggiungere un certo livello senza accettare compromessi poco etici. Poi i tempi cambiano e gli altarini si scoprono, meglio abbandonare la barca che affonda, raggiunta l’età pensionabile e nonostante la possibilità di continuare altri anni lasciare il lavoro al quale si è dedicata l’esistenza. Una lettera di dimissioni inusualmente piena di riflessioni morali sulla propria vita, sul fatto di aver probabilmente perso l’affetto di moglie e figli a causa dell’arrivismo lavorativo, di una relazione clandestina col proprio impiego che lo aveva portato così in alto nella professione ma forse troppo in basso come uomo; nella lettera però anche buoni propositi, ricominciare da capo e recuperare una famiglia ormai distante, ridonare un senso alla propria realtà affettiva. Deve essersi reso conto, poi, che era troppo tardi; ciò che desiderava riconquistare era ormai impossibile da raggiungere. Due mesi sono pochi per arrendersi, ma possiamo immaginare quanto un uomo che aveva sostituito il lavoro alla famiglia possa essersi trovato perso in un’esistenza privata del suo senso abituale e della speranza di recuperare quello originario. Due mesi sono pochi per decidere un suicidio, rendere l’anima e la vita in quanto forse non si sa più che farne.
Nonostante non concepisca un simile gesto mi astengo dal giudicare; questa triste storia di un uomo che qui non avrà nome mi è stata affidata come esempio di vita da una brava donna, una storica seppur giovane impiegata dell’Inail. Voglio legarla ad una lettera non troppo attinente, ma molto bella e trovata su Focus di questo mese; mi evita di concludere questo post con un po’ di amaro in bocca:


I nuovi eroi-normali
Quando ero ragazzo gli eroi e i supereroi si chiamavano Tex, Zagor, Superman, Uomo Ragno, Devil, Fantastici Quattro, Batman. Oggi a 45 anni ho capito che gli eroi sono ben altri. I nuovi eroi sono persone apparentemente normali che fanno cose apparentemente normali. Apparentemente. I nuovi eroi sono persone capaci di lavorare duro, con spirito di abnegazione, perché sanno di farlo non solo per se stessi ma per il bene comune. E quanto più alta è la carica che essi ricoprono, sono capaci di stabilire con i loro collaboratori rapporti autentici, veri, con umanità ed umiltà. Mentre trattano senza timore reverenziale alcuno i potenti. I nuovi eroi sanno sopportare, oggi più che mai, una quantità incommensurabile di indottrinati incapaci, consci che il difficile non è sapere, ma saper far uso di ciò che si sa. I nuovi eroi sono coloro che assistono al quotidiano scempio di una classe politica, tutta, inetta ed incapace, e che ogni giorno hanno la forza di chiedersi che cosa possono fare loro stessi per cambiare in meglio questo Paese. Sono coloro che non ricorrono a scorciatoie o mezzucci per raggiungere uno scopo o un obiettivo, consapevoli che la strada da percorrere è impervia e irta di ostacoli, ma che la loro forza di volontà li aiuterà a percorrerla. I nuovi eroi sanno rimanere sempre retti ed onesti tra i disonesti, e aborrono la calunnia. Quando si prefiggono un obiettivo ambizioso danno sudore e passione. Se lo conseguono ne gioiscono, senza vanto alcuno. Ma quando esausti non riescono nell’intento, hanno la forza ed il coraggio di cambiare obiettivo e porsene un altro, diverso, ancora più ambizioso. E’ difficile vedere i nuovi eroi in copertina o sulle prime pagine dei giornali. Non ne hanno bisogno. I nuovi eroi si appagano del riconoscimento e della stima delle persone che vivono, lavorano, soffrono, lottano, sperano, gioiscono con loro. Ed è questo ciò che li rende veri, grandi, eroi.

Anselmo07

mercoledì 4 luglio 2007

Impressioni di Giugno




Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma del proprio corpo in rapporto alla superficie alare.

Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.


Igor Sikorsky

 

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