Spaghetti a mano armata 2
Un poliziottesco in pieno stile che riesce ad essere anche un film di guerra e di politica. Un capolavoro del mitico Sergio Martino (Milano Trema: La Polizia Vuole Giustizia; Torso, I Corpi Presentano Traccie Di Violenza Carnale; Mannaja; 2019, Dopo La Caduta Di New York) che risplende della straordinaria copresenza di Luc Merenda (nel solito amabile e moralmente integro commissario dai pochi scrupoli e dai metodi per niente ortodossi di quasi tutte le sue interpretazioni) e di un Tomas Milian inedito e pacato nel ruolo di un alto membro del controspionaggio ma
aspirante golpista.Interessanti sono i dialoghi tra il personaggio massimalista di Milian ed il probo e democratico di Merenda, entrambi hanno addosso l’onere della missione che le rispettive ideologie li chiamano a compiere; quindi gli intrighi politico-insurrezionalisti sostituiscono in questo caso rapine e rapimenti, anche con scene degne di un film di guerra, pur restando appieno nello schema del poliziottesco. Ciliegina sulla torta è il finale, per fortuna tutt’altro che lieto.





Lo stile di “Cemento Armato”, o meglio solo delle sue parti interessanti, rientra nella struttura del classico noir con cenni di revenge movie, spettacolo che in Italia manca a questo livello dagli anni ’70 anche se spesso sfiorato da ottimi film come “Romanzo Criminale”. Violenza facile e palese, lo sguardo di una Roma dei quartieri, dei viadotti, del cemento armato appunto e mai dei monumenti.