Spaghetti Blog



Lo faccio all'italiana

venerdì 17 agosto 2007

Al paese


Mi sono preso quattro giorni di “faccio quello che voglio”, e la mia scelta è stata partire verso il posto in cui ho passato la maggior parte dei miei ferragosti, lontano dal caotico movimento pecoroide verso il mare, il paesino sulle pendici dei monti reatini dal quale proviene la mia famiglia paterna: Piedimordenti.
Si, un nome buffo per una minuscola frazione di poche case e di ancor meno abitanti, i vecchi che soli rimangono a popolarlo durante l’inverno, praticamente tutti miei zii, che si godono i tre mesi estivi di compagnia dei nipoti e figli che salgono dalle città per godersi un po’ di pace, di fresco, di salute.
Da piccolo pensavo al destino di quel luogo, una volta che i vecchi non ci fossero stati più, malinconicamente prendevo atto di quanto fosse effimero l’ambiente in cui trascorrevo le ore spensierate di ragazzino in vacanza, tra i campi, i boschi e gli amici di una vita.
Paradossalmente tutto è rimasto come allora, sono passati gli anni ma quella ventina di case sono ancora su con i loro rispettivi abitanti, almeno quelli per me significativi. I miei zii, in qualche modo non ce né uno che non sia mio parente, sono sempre lì ad accogliermi con una felicità esagerata, con le stesse domande e le stesse affermazioni sul tempo della mia permanenza e su che giovanotto sono diventato.
Ciò che è cambiato sono i ragazzi, in qualche modo tutti miei cugini, ognuno ha fatto la propria strada e pochi sono quelli ritrovati. Sarà che io negli ultimi anni mi sono fermato poco su, così da trovare ormai gruppi affiatati nei quali rimango comunque un po’ estraneo, ma sento di essere in realtà quello meno cambiato. La smaliziatezza dell’infanzia non esiste più, ha lasciato posto a personalità ben dissimili da quelle di una volta. Chi per noia si ubriaca, d’altra parte non c’è altro da fare se non le carte ed il calcetto che sembrano diventati robaccia.
Diciamo che ognuno di quelli che l’estate va su ha la sua vita invernale privata e distinta, mettiamoci soprattutto che la situazione lì si è evoluta così, lasciandomi fuori a causa delle mie rare e rapide apparizioni… per fortuna. Per fortuna perché sono riuscito a non cancellare i ricordi belli legati a quei posti ed a quelle persone, sono rimasti intatti senza subire alcuna evoluzione, semmai un po’ di delusione.
Nota positiva: come al solito, dovunque si va, si incontra la gente del mitico Montale. Un piacere noto a coloro sanno il mio affetto verso quella scuola, e raddoppiato dal fatto che essa ormai fa parte del mio passato, ma di un passato che terrò stretto a me il più possibile.
Tornato alla realtà nel pomeriggio eccomi a fare di nuovo le valigie per partire in mattinata con Giacomino e la sua moto per Fiastra, dove ci aspetta Flavio per una tre giorni che si prospetta nel migliore dei modi.
A presto

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so perché.
E' un'impressione, ma nei tuoi post ho notato, specialmente nei più recenti, una malcelata vena malinconica, accompagnata dalle costanti delusioni che ricevi dagli altri (ma questa non è una novità!), che credo si siano trasformate nel tempo in una sorta di pessimismo.
Sbaglio?

Matteo G ha detto...

Diciamo che scrivo ciò che mi ispira scrivere. Le ispirazioni, seppur le più piccole, derivano da sensazioni predominanti come pur troppo spesso è la malinconia. E' interessante questa cosa del pessimismo (raramente mi autoanalizzo, diciamo che inizio a soffrire di più alcune cose che prima, insieme a TUTTO il resto, mi scivolavano addosso.

 

Count Hits
Musicians Friend Coupons