Vivere per la politica o.. di politica
“Chi vive per la politica, fa di questa, in senso interiore la propria vita: egli gode del mero possesso della potenza che esercita, oppure alimenta il proprio equilibrio interiore e il sentimento della propria dignità con la coscienza di dare un senso alla propria vita per il fatto di servire una ‘causa’. In questo senso interiore si può ben dire che ogni uomo serio, il quale vive per una causa, vive anche di questa causa. […] ‘Di’ politica come professione vive chi tende a farne una duratura fonte di guadagno; ‘per’ la politica, invece, colui per il quale ciò non avviene” (Max Weber)
I politici di professione, quelli senza il Beruf della politica, su cui fondare il loro carisma, sono coloro che non hanno le qualità intrinseche del capo, coloro che non avendo l’impulso interiore si costruiscono un apparato di potere senza comprendere la reale capacità d’azione, i rischi e le responsabilità della leadership, cioè il lato oscuro presente in ogni relazione di dominio.
“Ha veramente la vocazione per la politica solo colui che, forte di una fede profonda e certo di non crollare anche quando il mondo gli apparisse troppo basso o stupido per ciò che egli ha da offrire, davanti ad ogni delusione può dire: Non importa, continuiamo!
Da “Religione e modernità in Max Weber” di Alessia Zaretti (FrancoAngeli)
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